Harry Potter e i doni della morte - riassunto capitolo 7

Capitolo 7 - Il testamento di Albus Silente

Harry sogna un tizio di nome Gregorovitch. Ricorda di averlo sentito nominare da qualche parte, ma non ricorda dove e quando; crede però che c'entri in qualche modo con il Quidditch. Harry percepisce che Voldemort sta cercando Gregorovitch, e che si trova all'estero.
E' il compleanno di Harry, che festeggia mettendosi immediatamente a fare magie (tenta di allacciarsi le scarpe con la magia, e non gli riesce molto bene; Ron gli consiglia di non provarci con la cerniera lampo dei jeans). Ron gli regala un libro dal titolo "Dodici metodi infallibili per corteggiare le streghe", che a lui - dice - è stato molto utile... La signora Weasley gli regala un orologio d'oro, Hermione uno Spioscopio.
Ginny invita Harry in camera sua, e gli dice che non sapeva cosa regalargli per il compleanno. "Niente di troppo grande, altrimenti non avresti potuto portarlo via con te... Quindi ho pensato che mi sarebbe piaciuto lasciarti un ricordo di me, sai, nel caso tu incontrassi qualche Veela mentre sei in giro a fare... qualsiasi sia la cosa che devi fare." Iniziano a baciarsi ma vengono interrotti da Hermione e Ron, che piombano nella stanza. Ron rimprovera Harry perché sta dando a Ginny false speranze. Harry dice che la cosa non si ripeterà.
Hagrid regala a Harry una borsa da appendere al collo, fatta di pelle d'asino. Un regalo molto utile: qualunque oggetto inserito in quella borsa potrà esserne estratto solo dal proprietario. Nel frattempo arriva Charlie, che confessa a Hagrid che il drago Norberto era in realtà una femmina, e ora la chiamano Norberta.
Arriva il signor Weasley, in compagnia del ministro Scrimgeour. Il ministro desidera parlare in privato con Harry, Ron e Hermione: Silente ha lasciato loro alcuni oggetti nel suo testamento. A Ron ha lasciato lo Spegnino (Put-outer, ma qui ribattezzato "Deluminator"), cioè l'accendino che serve a spegnere le luci. A Hermione, Silente ha lasciato un libro scritto in rune, intitolato "I racconti di Beedle il Bardo". Si tratta di un libro di favole, che Harry e Hermione non conoscono (essendo cresciuti in famiglie babbane) ma Ron sì.
A Harry, Silente ha lasciato invece il Boccino d'oro conquistato nella sua prima partita di Quidditch. Scrimgeour teme che questi lasciti nascondano messaggi in codice. Pensa che nel boccino sia nascosto un piccolo oggetto che solo Harry può trovare, perché il boccino ha una sorta di "memoria fisica" per cui ricorda la prima persona che l'ha toccato: il che torna molto utile nelle dispute durante le partite di Quidditch. Silente avrebbe potuto incantare il boccino per far sì che si aprisse solo per Harry. Ma sembra che così non sia, perché quando Harry lo prende in mano non accade nulla.
Silente ha lasciato un'altra cosa a Harry: la spada di Grifondoro. Ma Scrimgeour sostiene che, essendo un artefatto di grande valore storico, la spada debba rimanere al ministero. Harry e il Ministro iniziano a litigare e vengono quasi alle mani. Scrimgeour lascia la casa infuriato.
Harry inserisce nella borsa di pelle d'asino gli oggetti per lui più preziosi: la Mappa del Malandrino, il frammento di specchio, il ciondolo di R.A.B.
"Non so" disse Hermione. "Quando Scrimgeour ti ha fatto prendere in mano il boccino, ero sicura che sarebbe successo qualcosa!" "Be', sì" disse Harry, e il suo cuore batté più forte mentre sollevava il boccino tra le dita. "Non potevo sforzarmi più di tanto davanti a Scrimgeour, no?" "Che vuoi dire?" chiese Hermione. "Il boccino che ho catturato nella mia prima partita di Quidditch?" disse Harry. "Non ricordi?" Hermione era perplessa. Ma Ron restò senza fiato, e iniziò a puntare il dito alternativamente su Harry e sul Boccino, finché ritrovò la voce. "E' quello che hai quasi inghiottito!" "Esattamente" disse Harry, e con il cuore che batteva forte premette le labbra sul boccino. Non si aprì. Harry fu invaso dalla frustrazione e da un'amara delusione; abbassò la sfera dorata, ma poi Hermione urlò: "Una scritta! C'è scritto qualcosa, guarda!" Harry lasciò quasi cadere il boccino, per la sorpresa e l'eccitazione. Hermione aveva proprio ragione. Incise sulla liscia superficie dorata, dove pochi secondi prima non c'era nulla, quattro parole, vergate nella grafia sottile e inclinata che Harry riconobbe come quella di Silente: Mi apro alla chiusura.
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