Il celeberrimo tema musical di X files, utilizzato per commentare in maniera consapevolmente birichina la foto di George W. Bush sembra essere l'unico 'guizzo' di un film senza idee che, purtroppo, non riesce a 'riportare in carreggiata' una delle serie televisive più 'influential' della storia della televisione e degli anni Novanta.
A quindici anni dalla nascita del serial tv e a dieci dal primo mediocre film X files - voglio crederci è, in pratica, un lungo episodio dedicato a capire quello che è successo dopo l'ultima puntata e a coinvolgere ancora una volta i due ex agenti dell'FBI in una storia sospesa tra razionalità e paranormale.
Dana Scully è un medico chirurgo in un ospedale. Un giorno un agente speciale dell'FBI va a trovarla per chiederle se è ancora in contatto con Fox Mulder e, in caso, di portargli un messaggio: Mulder sarà 'perdonato' se aiuterà il Bureau a ritrovare una collega rapita da qualche giorno e che un prete sensitivo, ma anche pedofilo, sembra avere, in qualche maniera, 'raggiunto' tramite una misteriosa visione.
In un primo momento Fox, che vive come un recluso in una stanza, si rifiuta, poi, il dolore per il ricordo della sorella Samantha lo spinge suo malgrado a 'tornare in azione', nonostante le proteste di Scully che, felice in un primo momento di vederlo di nuovo al lavoro, inizia a preoccuparsi quando vede il suo ex collega eccessivamente coinvolto.
Tra bugie e demistificazione, tra fede e ragione, tra voglia di credere e necessità di farlo, la seconda avventura cinematografica di X files risulta, purtroppo, molto inferiore al risultato artistico che uno show del genere potrebbe e dovebbe ancora dare. Nonostante, oggi, altre serie televisive ne abbiano parzialmente portato avanti almeno un pezzo di eredità , e nonostante alcune delle trovate più rilevanti siano state, comprensibilmente, 'saccheggiate' da altri, l'idea originale del creatore Chris Carter, ovvero, quella di una realtà ultima e più complessa oltre l'apparenza delle cose è ancora seducente e significativa.
La scelta di 'sganciare' questo film dalla storia degli alieni, anziché portare la serie su un nuovo binario, lo 'impoverisce', usando per la vicenda narrata, un tema intrigante, ma già abusato nello show, ovvero quello di prestare occasionalmente fiducia all'inspiegabile, nonostante la regola sia ancora quella di non fidarsi mai di nessuno.
Fondato sulla necessità di guardare a tutto il pubblico, senza tradire le aspettative di chi ha amato la serie, il film 'soffre' di un eccessivo ibridismo, che pecca comunque di autoreferenzialità . L'elemento personale delle vite dei due protagonisti principali, risulta incomprensibile per chi non ha visto le puntate televisive e ripetitivo, senza novità , invece, per chi le ha amate. In questo senso, forse, Chris Carter avrebbe fatto bene a coinvolgere in questo progetto qualche sceneggiatore di talento per portare nuova linfa ad un concept tanto forte e per nulla indebolito dal corso del tempo.
Brillante e divertente in alcuni rari momenti, lento e — talora — perfino 'noioso' in altri, molto dell'interesse di X Files — Voglio Crederci deriva dal ritrovare insieme Mulder e Scully, leggermente invecchiati, che continuano a chiamarsi per cognome nonostante, ogni sera, condividano lo stesso letto. Questa 'strana', ma — al tempo stesso — 'perfetta' coppia, così emblematica del rapporto tra razionalità e intuizione, tra capacità di astazione e di analisi, non ha perso il suo fascino.
Ed è proprio il carisma dei personaggi, la forza immaginifica delle ambientazioni e, soprattutto, il ricordo di una serie lunghissima e sebbene imperfetta, estremamente importante per il pubblico di tutto il mondo, fa di questa pellicola, senza dubbio, un'occasione mancata, ma anche l'ennesima riprova che nel mondo post 11 settembre, c'è ancora spazio non solo per gli X files cinematografici e televisivi, ma — soprattutto — per tutti coloro che dimostrano il desiderio di sapere e capire.
X Files — Voglio Crederci è un'elegia della resilienza, della capacità , della voglia e della vocazione a non arrendersi, ma — al tempo stesso — un film che nonostante dei dialoghi estremamente piatti e talora 'agghiaccianti', ci porta ancora una volta in atmosfere, che, forse avevamo dimenticato.
Un mood emotivo che, però, in qualche maniera è rimasto radicamente legato al nostro immaginario di spettatori, ma anche di cittadini di un mondo in cui la ricerca della luce nelle tenebre dell'oscurantismo non è ancora finito.
La verità è 'ancora' là fuori e nonostante tutto, abbiamo ancora bisogno di personaggi come Mulder e Scully, magari con storie e sceneggiature migliori, per avvicinarci ad essa.
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