Il mistero dei teschi di cristallo, non solo per Indiana Jones

Sebbene Indiana Jones, in uscita tra pochi giorni, ne vada alla ricerca, il mistero dei teschi di cristallo ha origine antiche.
Tutto nasce all'inizio del '900 quando diverse spedizioni all'interno delle giungle di Messico, Honduras e Belize rinvengono dei teschi di cristallo in prossimità di templi Maya. Una scoperta apparentemente straordinaria, dato che inizialmente i teschi vengono classificati come reperti precolombiani. Tanto che un esemplare venne accolto perfino all'interno del British Museum. Una scoperta che pone però molti interrogativi: non è chiaro come le popolazioni maya sarebbero state in grado di creare simili oggetti con gli utensili a loro disposizione. E qui i sostenitori della spiegazione fantaarcheologica entrano in scena: i teschi sono dei reperti che testimoniano l'esistenza della perduta civiltà di Atlantide.
Studi più recenti hanno dimostrato però che gran parte dei teschi è stata realizzata utilizzando frese da gioielliere, un utensile già presente nell'800. Documenti avrebbero anche dimostrato che in molti casi si tratterebbe di una truffa realizzata probabilmente nel XIX o all'inizio del XX secolo per far soldi alle spese dei musei europei o di ricchi collezionisti di antichità.
Tuttavia, secondo i più accaniti sostenitori della tesi fantaarcheologica, la spiegazione della truffa non darebbe ragione di tutti i casi, in particolare di uno: quello del teschio di cristallo trovato dall'avventuriero e archeologo Frederick Mike Mitchell-Hedges nel 1927 durante una esplorazione in Belize, nella città maya di Labaanatum. Nel 1964 infatti il teschio viene consegnato ai laboratori della Hewlett Packard che danno una risposta sconcertante: il teschio è stato scolpito lungo l'asse principale del cristallo. Si tratta di una tecnica estremamente avanzata, che utilizza l'asse di simmetria e che diminuisce notevolmente il rischio di frantumazione del pezzo. La precisione del taglio poi sarebbe spiegabile o con l'utilizzo di un laser (che però nel 1927 non esisteva) o con una levigazione continua eseguita con mezzi meccanici che avrebbe richiesto però oltre 300 anni di lavoro e quindi indicherebbe una maggiore antichità del reperto. Sembra inoltre che il teschio avesse anche all’interno una serie di lenti e prismi che riflettevano la luce in modo particolare quando questa vi passava attraverso, proprietà ovviamente non presente nel quarzo allo stato naturale. Purtroppo la figlia di Mitchell-Hedges Anne si è sempre opposta da allora in poi ad ulteriori studi sul prezioso reperto.
Il padre aveva anche ipotizzato l'uso rituale che del teschio (che rappresentava il dio della morte) avrebbero fatto i Maya. Il sommo sacerdote usava il teschio nei suoi riti per focalizzare l'energia e rifrangere la luce facendo in modo che un raggio di sole attraversasse la bocca aperta; in tal modo il teschio assumeva la funzione di una particolare lente ustoria che serviva a bruciare «qualcosa», si pensa un cuore ancora palpitante di una vittima sacrificale.
Sulla vicenda dei teschi di cristallo aleggia poi una leggenda che alcuni attribuiscono ai Maya, secondo cui al mondo esistono solo 13 particolari teschi di cristallo a grandezza naturale e, che, quando tutti saranno riscoperti e riuniti, trasmetteranno agli uomini tutta la loro conoscenza. Probabilmente risalente alla perduta civiltà di Atlantide. Una leggenda che ha successivamente alimentato i ritrovamenti di teschi nelle più varie parti del mondo e che ne continua ad alimentare ai giorni nostri il mito.
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1 Commenti

Anonimo ha detto…
nosotros tenemos las respuestas sobre el cráneo de cristal...
http://misoginiayliberacion.blogspot.com/
y si no las encontras, al menos te reís un rato
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