Il ritmo con cui la tecnologia di stampa 3D si sta sviluppando è semplicemente fenomenale. Ormai la crescita (in ragione di prodotti, software e hardware) cresce a vista d'occhio e basta guardarsi indietro di un paio di mesi per renderci conto che la meraviglia di allora è al momento attuale solo un ricordo.
Chi si avvicina per la prima volta a questo universo teme sempre di compiere il passo sbagliato, primo fra tutti quello della scelta della macchina. I forum sono pieni di richieste d'aiuto, consigli su marche e modelli, per poi finire confusi e frustrati. A mio parere non occorre impegnare un capitale da paura per portarsi a casa qualcosa che non sapremo sarà la stampante giusta; usarla significa studiare molto, passare ore a buttare filamento, capirne i settaggi e i metodi di ancoraggio. Non fidatevi di chi vi abbindola consigliandovi macchine da 200/300 euro capaci di far miracoli: non esistono. Per i miracoli dobbiamo puntare a macchine abbondantemente sopra i 2000 euro.
Ma si sa, la stampa 3d è una passione, come suonare la chitarra: si parte con entusiasmo, ma ai primi dolori ai polpastrelli ci si chiede se veramente siamo disposti a soffrire. Così è per la stampante: bella, particolare, ma quando subentrano i primi problemi l'entusiasmo si trasforma in una piccola forma d'angoscia che ci prende in gola.
Ho quindi voluto fare un elenco dei 5 problemi più comuni da prendere in considerazione.
1: apprendere per imparare, prendersi almeno un lasso di tempo di alcune settimane
Sembra noioso, ma apprendere significa mettere a frutto la pratica. Oggi come oggi, con i potenti mezzi che internet ci mette a disposizione, imparare è alla portata di tutti. Le nozioni di base sono sezionate, eviscerate, spiegate a prova di tonto, così come gli esempi pratici, i filmati esplicativi ed il materiale gratuito. Le persone impiegano mediamente un paio di mesi per impararne il funzionamento di base, per cui animo!
Ma non basta imparare superficialmente la stampa 3D: avrai
bisogno di approfondire l'argomento in modo da conoscere le basi della
tecnologia, come funziona la tua macchina (il modello è importante, nessuna è uguale all'altra) e la natura dei vari
tipi di filamenti.
Si dovrebbe iniziare con la stampa di forme semplici e piccole, come cubi da 20 mm. Fare
qualcosa del genere non ti darà solo un esempio di come lavora, ma ti permetterà anche di
verificare che la tua stampante 3D sia calibrata correttamente. Questo ci prepara bene per il nostro prossimo punto.
2: la calibrazione della stampante, il primo passo più importante
Alzi la mano chi non ha mai fatto un bel solco sul piatto di stampa! La calibrazione è fondamentale per permettere alla macchina di partire nel modo giusto. Il metodo più in voga (se non possedete un piatto autolivellante) è il classico foglio A4 da far scorrere sotto il nozzle mentre si agisce sulle viti del piano. Provate e riprovate, non abbiate paura, a lungo andare il sottile raschiare della carta vi dirà esattamente quando la distanza sarà quella ideale. Uno spazio troppo ridotto provoca uno slittamento del motore dell'estrusore, producendo il classico toc toc di blocco del filamento.
Il piano di stampa non è uniforme, nemmeno usando una lastra di vetro come base. Livellare gli angoli non vuol dire avere un centro perfetto, tutt'altro. Quindi procedete con lo spessorare in più zone e non smettete sino a quando in ogni punto il foglio avrà la stessa resistenza. Sembra noioso, ma una buon livellamento darà ottime stampe.
3: dividere oggetti di grandi dimensioni in più parti
Mi è capitato più volte, magari con oggetti non simmetrici e dotati di parti interne cave, di abilitare la creazione di supporti. Ottima scelta, ma fino ad un certo punto. Nonostante il materiale in eccesso sia nella maggior parte dei casi eliminabile, capita a volte di rimanere bloccati con un grumo di filo irraggiungibile: e qui scattano i nervi che si tramutano in imprechi e maledizioni, direttamente proporzionali al numero di ore usato per la stampa.
Chi mastica programmazione è agevolato nel compito e può procedere al sezionamento degli oggetti, mentre per chi ne è digiuno, per fortuna in rete esistono anime buone che condividono tale tipo di files.
4: dedicare un po' di tempo all'apprendimento del CAD
Questa è la soluzione più ovvia, ma allo stesso tempo più stimolante. Si è bello trovare la pappa pronta, ma se per caso un oggetto non corrisponde al cento per cento al nostro uso, risolvere senza conoscenze è assolutamente impossibile. Non sto qui ad elencare i vari software, reperibili sia gratis (blender, freecad) che a pagamento (rinhoceros, simplify3d), sceglietene uno, scaricate i manuali, iscrivetevi ai gruppi, passate ore su Youtube ed evitate di saltare da un programma all'altro sperando che faccia tutto da solo: non esistono!
Creare è di sicuro la cosa più bella: l'emozione che dà avere tra le mani qualcosa che all'inizio era solo un pensiero vi ripagherà delle ore passate a studiare.
5: non limitatevi ad un solo tipo di filamento
Di sicuro avete sentito parlare di PLA e ABS, i filamenti più usati, i primi a riscuotere successo e quelli attualmente più acquistati. Mentre di questi se ne è parlato alla noia, per fortuna chi lavora e crede nella stampa 3d, ha stimolato i produttori ad inventare materiali sempre nuovi e dalle caratteristiche diversissime.I filamenti variano soprattutto nell'aspetto e nella resa. Tuttavia,
alcuni hanno anche un comportamento speciale, come
l'incandescenza al buio o persino il cambiamento del colore a diverse
intensità di luce e temperatura. Inoltre, ci sono filamenti progettati per assomigliare ad altri materiali come rame, legno, mattoni e persino acciaio. Provate, ricordandovi sempre che ogni volta è opportuno variare settaggi e modi di stampa.
Stampare è bello, stimolante e ci permette di entrare in contatto con una realtà che ormai conta migliaia di appassionati. Raggiungere livelli di perfezione implica non arrendersi, quindi partite dalle basi, come fareste per costruire una casa. Il tetto sembra irraggiungibile, ma come ogni cosa non impossibile da toccare.
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