Il primo amore non si scorda mai. Alan Ford e il gruppo T.N.T. hanno caratterizzato un periodo che va dalla fine degli anni '60 sino ai nostri giorni. Il primo numero, uscito nel maggio del 1969, al prezzo di 150 lire, nel formato 128 pagine 12x17 cm., inizia con la presentazione di Carlo Della Corte. Per chi non lo conoscesse, il critico scrittore, di origine veneziana, morto nel 2000, fu l'autore del famoso romanzo
Pulsatilla sexuata, ed esperto di comics.
La matita, creatrice di questo capolavoro fumettistico, fu quella del grande Magnus (Roberto Raviola), sotto la regia di uno dei più famosi sceneggiatori, cioè Max Bunker (Luciano Sec
chi). La saga, che prosegue tutt'oggi regolarmente a scadenza mensile, ha avuto alti e bassi, adattandosi alla realtà del momento in cui usciva. Basti ricordare che dopo i primi quattro numeril'albo avrebbe dovuto chiudere i battenti, ma fu grazie alla casa editrice Corno che Max Bunker continuò. Il successo avvenne a partire dal numero 26, con la comparsa del nemico più famoso anche per chi non ha mai letto Alan Ford: Superciuk.
Il sodalizio artistico dei due risale ai primi anni '60, con fumetti storici quali Kriminal, Satanik, Gesebel e Dennis Cobb agente SS018.
La sclta del personaggio Alan fu molto sofferta, poichè Bunker bocciava continuamente ogni schizzo proposto da Magnus, sino a qando l'eccelso non volle dargli il volto di Peter O'toole. E così fu, sino ai giorni nostri.
Alan Ford è un grafico pubblicitario spiantato (sigh! mio figlio che fa terza media ha scelto proprio quella scuola), che finisce per caso nel gruppo T.N.T., causa uno sbaglio di indirizzo. E qui incontra gli altri personaggi, primo tra i quali
la Cariatide (Gervasius De Statuis) che all'inizio si presenta come capo, ma poi alla lunga si dimostra un pelandrone dormiente, al pare del suo co
mpare
Geremia (Lettiga). Costui è un ipocondriaco afflitto da tutti i mali possibili. Il compagno d'avventure e migliore amico di Alan è
Bob Rock basso di statura e con un nasone enorme (autocaricatura di Magnus), vestito sempre con una mantellina scozzese e perpetuamente arrabbiato con il mondo e in special modo con un gruppo di ragazzini terribili del vicinato ed un postino dispettoso chiamato Sigmund Mail. Ha tre fratelli gemelli, avanzi di galera come il padre, dal nome Tim, Tom e Tumb (leggetevi il numero 50 e saprete perchè si chiamano così).
Nel gruppo non manca l'inventore, tale Grunf (Otto von Grunt), il quale si ingegna a creare i macchinari più incredibili usando tutto quello che trova dai vri robivecchi. Come si è capito il gruppo T.N.T. non possiede il becco di un quattrino, anche perchè il vero capo il Numero Uno che compare per la prima volta nel numero 11 con l'album che porta il suo nome, tiene tutti alla fame, senza stipendio e facendoli vivere in un negozio di fiori che funge da quartier generale. Vive con Grunf che lo serve come maggiordomo e uomo di compagnia, in un appartamento ricavato nella metrolitana, scroccando luce, acqua e telefono. Dall'età sconosciuta, così come il vero nome (a volte si fa chiamare Stravecchio de Vecchionis), si muove su una sedia a rotelle fornita di una ruota di legno ed un pneumatico. Ama raccontare le gesta di tutti i personaggi più famosi della storia, con i quali ha condiviso avventure e beneficiato di tutti i guadagni, riuscendo sempre a cavarsela con le tasche piene di soldi.
Ultimo, ma non meno importante, il Conte Oliver nobile inglese decaduto, ma con l'hobby del furto. Molto abile nel distreggiarsi in ogni situazione, è il più delle volte la carta vincente nelle missioni.
Quelli che vi ho presentato sono i protagonisti principali che formano il gruppo. Molti altri, specialmente i nemici, avrò occasione di presentarveli prossimamente, in un altro post. Chi avesse idee o materiale da pubblicare è il benvenuto, come sempre.
2 Commenti
L'esposizione è stata fatta alla Pinacoteca Nazionale di Bologna dal 15 marzo al 13 maggio.
Le numerose tavole di Magnus hanno entusiasmato anche chi non era esattamente uno stimatore di questo disegnatore perché la precisione e la meticolosità che metteva in ogni disegno era incredibile.
Nulla era al caso e ogni ombra era studiata a tavolino con moltissime prove.
Ho avuto la fortuna e il privilegio di poterla vedere, essendo io un’appassionata di fumetti, perché ero a Bologna per la seconda edizione del FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FUMETTO (http://www.bilbolbul.net/ ) insieme ad un gruppo di amici appassionati come me.
C’era un “assaggio” per ogni personaggio di Raviola e una sala, alla fine, piena di particolarità .
Veramente una bella esperienza.