L'eleganza del riccio - Muriel Barbery

Già dal titolo ci si rende conto di trovarci tra le mani un libro curioso, quanto curiosi sono i personaggi che lo popolano. Protagoniste di questo romanzo, dalla struttura piuttosto corposa, sono due donne, di età ed estrazione sociale differenti. La prima è Renée Michael, di professione portinaia, a sua detta “... Ho cinquantaquattro anni. Da ventisette sono la portinaia al numero 7 di rue de Grenelle, un bel palazzo privato con cortile e giardino interni, suddiviso in otto appartamenti di gran lusso, tutti abitati, tutti enormi. Sono vedova, bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi e, se penso a certe mattine autolesionistiche, l'alito di un mammut. Non ho studiato, sono sempre stata povera, discreta ed insignificante...”. La seconda invece si chiama Paloma Josse e si presenta così “... ho dodici anni, abito al numero 7 di rue de Grenelle in un appartamento da ricchi. I miei genitori sono ricchi, la mia famiglia è ricca, e di conseguenza mia sorella e io siamo virtualmente ricche. Si dà il caso che io sia molto intelligente. Di un'intelligenza addirittura eccezionale. Già rispetto ai ragazzi della mia età c'è un abisso. Siccome però non mi va di farmi notare, e siccome nelle famiglie dove l'intelligenza è un valore supremo una bambina superdotata non avrebbe mai pace, a scuola cerco di ridurre le mie prestazioni, ma anche facendo così sono sempre la prima della mia classe...”. Ma tutte e due nascondono un segreto che funge da linea trainante di tutto il romanzo. Renée non è una semplice portinaia, come invece vuol far credere a tutti i condomini, comportandosi come tale ai loro occhi. E' una autodidatta con un quoziente intellettivo altissimo, una mente ricettiva straordinaria, dotata di una cultura a tutto campo. Mentre fa finta di guardare la TV legge da sotto il bancone libri di Husserl, mette le cuffiette facendo finta di ascoltare musica alla radio ed invece assapora Purcell. E' un'intenditrice della cultura giapponese; adora i film di Ozu. In ultimo possiede un gatto di nome Lev, in onore a Tolstoj.
Paloma ha un progetto che fa maturare dentro: si è prefissa di suicidarsi al compimento del tredicesimo anno di età, esattamente il 16 giugno. La sua è una determinazione dovuta all'ambiente in cui vive e che non sente suo. Il padre è un ministro, ma dalla mente ottusa e distante dalla sua, che non vuole e non può capirla.
Il libro, narrato in prima persona, dalle due protagoniste, sino a quando non entra in scena un nuovo condomino, di origine giapponese e dal nome stranamente (?) uguale a quello del regista, Monsieur Kakuro Ozu. Questo signore, non più giovanissimo, ma dai modi raffinati, cultore della tradizione nipponica, riesce ad entrare nella psiche delle due protagoniste, riuscendo a smascherarle, portando a galla quello che veramente sono.
Ma da dove viene fuori il titolo del romanzo? Da una frase citata nel libro, precisamente dalla piccola Paloma, la quale descrive Renée così: “Madame Micheael ha l'eleganza del riccio, guori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti”.
E questa definizione, con la conseguente capacità di Monsieur Ozu a scoprire la vera personalità di chi gli sta accanto, portano alla catastrofe, nel vero senso della parola. La fine del romanzo è tutta da scoprire e vi sorprenderà. Non so se in positivo o in negativo, poiché girando per internet si scoprono due correnti di pensiero: chi lo giudica troppo artificioso e pieno di citazioni pseudofilosofiche (forse un po' troppe, in effetti!), chi lo idolatra come un nuovo capolavoro letterario. Resta comunque il fatto che è riuscito ad aggiudicarsi, in Francia, 600.000 copie in 6 edizioni ed ha vinto il Prix de Libraires, assegnato da tutte le librerie francesi ed il prestigioso Premio Bacchus.
L'autrice si chiama Muriel Barbery ed è alla sua seconda opera, dopo aver pubblicato nel 2000 il romanzo intitolato Una golosità. Nata a Casablanca, in Marocco, nel 1969, laureata in filosofia, ha insegnato per diversi anni, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.
Che dire in conclusione: un romanzo non certo facile, ed in certi punti duro da digerire, visto l'enorme numero di citazioni letterarie, ma che comunque si può leggere tranquillamente sino all'epilogo. Spero solo che a nessuno venga in mente di farne un film, poiché, a parer mio, ne uscirebbe fuori un filmetto superficiale. Ma già ho dei dubbi, perchè le ultime news dicono che una grande casa cinematografica francese ha contattato l'autrice... C'est la vie! Gancjo.
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